sabato 30 novembre 2013

Debora e Lappidot


Famiglie del libro dei Giudici segnate da grande violenza e da grande coraggio profetico: Debora e Lappidot, Giaele ed Eber ( Gdc 4-5)


Dice Origene: la sacra Scrittura è un mistero e richiede l'ispirazione della grazia divina. C'è una sentenza dell'apostolo Paolo che dice che ogni Scrittura ispirata da Dio è utile per insegnare, per correggere, per formare alla giustizia. Senza dubbio voi che ora avete ascoltato cercherete di capire cosa contenga questo passo della scrittura che professiamo ispirato da Dio? Altrimenti che ci serve leggere quel che è stato proclamato! Comprendiamo che tutte queste figure (Debora, Barak, Giaele che da sola ha fatto cadere il nemico del popolo di Dio, Sisara gettato a terra per la potenza del legno.. ) sono misteri che si compiono negli ultimi tempi mediante la Chiesa quando l'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte. Sarà allora che esulterà Debora, cioè risplenderà la gloria della profezia, allora Giaele-la Chiesa riporterà la vittoria sul nemico comune di tutti. Allora, se ne saremo degni, canteremo anche noi questo cantico denso di mistici e profetici sacramenti. (Origene, Omelie sui Giudici, passim) Con l'aiuto dello Spirito impariamo anche noi a leggere da cristiani il primo testamento!

Facciamo un tuffo indietro di tremila anni: una famiglia allargata
La storia che fa da contesto al nostro racconto, sono gli anni che seguono alla conquista della terra promessa da parte di Giosuè (1200-1040 a.C.). Le dodici tribù hanno occupato la terra ma, come ai nostri giorni, popoli diversi convivono vicinissimi agli ebrei: Amaleciti, Moabiti, Madianiti, Edomiti e soprattutto i Filistei! L'organizzazione delle famiglie è di tipo tribale. Prima della famiglia c'è il clan, un gruppo di famiglie al comando di uno sceicco: è la cellula della tribù e la tribù è membro della nazione. Clan e tribù sono nei rispettivi territori, più pastori che agricoltori,rari gli artigiani di professione. La voglia di federalismo tribale è forte, meno lo spirito unitario di nazione che si rafforza per istinto di sopravvivenza di fronte a minacce mortali, in genere guerre di nemici potenti ; per breve tempo i clan familiari rinunciano alla loro autonomia e a capo mettono un ‘giudice'. All'inizio erano gruppi di famiglie molto povere,avevano solo greggi, abitavano in tende, armi e strumenti rudimentali. Le città nemiche, conquistate o non, erano ricche, circondate di mura, dedite ai commerci . Le tribù si accamparono in poveri villaggi di terra e fango (ma per una famiglia ebrea tornare a casa si dirà sempre tornare alla propria tenda ed anche il Verbo di Dio nel prologo di Giovanni porrà la sua tenda tra di noi !) e di lì avanzavano verso le pianure più ricche. La famiglia imparò a lavorare i campi e avere grano, orzo, vite, ulivo. Fichi e palme offrivano dolci, ombra e ristoro. Siamo alle prese dunque con tutti i problemi concreti di una famiglia: economia, sviluppo, incertezza del futuro, un contesto sociale difficile e incerto.

Gruppi di famiglie che vivono in un mondo di ordinaria violenza
Famiglie allargate dunque, segnate da grandi violenze: guerre (di occupazione o di liberazione?), assassini crudeli, una vita molto dura. I popoli vicini specie i Filistei devastano i campi delle famiglie degli agricoltori ebrei e cercano di assoggettarli al proprio dominio. Tra i clan di famiglie, separatismi, gelosie, spirito di contesa. La religione in un Dio unico e l'arca dell'alleanza che stava ancora nella Tenda della Convocazione, sembra non bastino a costruire legami di solidarietà e di pace. Guerre interne ed esterne. Quando quel pomeriggio del '99 con tutta la parrocchia abbiamo attraversato la fertile pianura di Izreel e siamo saliti al monte Tabor per contemplare la trasfigurazione di Gesù, pochi di noi guardando dall'alto il panorama splendido della valle e del lago, abbiamo pensato a lei, a Deborah che accanto a Barak salvava Israele e le tribù di Zabulon e di Neftali sconfiggendo Sisara i suoi uomini in uno scenario di guerra di sterminio,con una crudeltà e violenza senza pari: diecimila (?) soldati morti e un generale tradito da una famiglia amica che si trasforma in assassina crudele.
 Se pensiamo però a tante realtà di famiglie del terzo e del quarto mondo, quelle del tempo dei Giudici le troveremo attuali dopo oltre tremila anni. Anche oggi milioni e milioni di famiglie sono segnate da tanta violenza in vari continenti specie in Africa con terribili guerre bibliche anche ai nostri giorni! Pensiamo solo alla guerra dell'Aids di cui ieri ha parlato il Santo Padre e a tutte le offese alla vita che ricorderemo domani, festa della Vita!

Storie di famiglie oppresse dentro, dal peccato
Come un ritornello si ripete che il popolo di Israele andò di nuovo contro la volontà del Signore… dimenticò il suo Dio e cominciò ad adorare gli idoli. (Gdc 2,1-4; 2,10-15; 2,20-22; 3,7-9; 4,1-2) Dio si adira, il popolo grida aiuto, Dio manda un liberatore. Anche questo è per noi oggi di estrema attualità. Alle difficoltà esterne di quei clan familiari si sommavano dei gravi peccati di omologazione culturale. Sembra già di udire Paolo: non omologatevi alla mentalità di questo tempo ma trasformatevi rinnovando la vostra testa.(Rom 12, 1 ss). Il fascino della cultura pagana abbagliò da subito i nuovi arrivati nella terra di Canaan. Per i “profeti anteriori” questo è un laccio mortale. Anche oggi per le nostre famiglie cristiane l'omologazione ad uno stile di vita pagano si sta rivelando mortale: resta la tradizione religiosa della famiglia ma i pensieri, i progetti, gli stili di vita, i convincimenti morali, prescindono dalla fede in Gesù! Accanto a questo i nostri peccati personali, in primo piano la mancanza di unità, che impediscono a Dio di operare prodigi nella sua Chiesa! Forse ne siamo meno consapevoli oggi che al tempo dei Giudici!!...

Storie di ‘Famiglie' raccontate e scritte poi al tempo dell'esilio (500 a.C.) come insegnamento perenne per noi
Spezzoni di una storia antichissima di oltre 3000 anni, rivisitati 500 anni dopo al tempo dell'esilio per darci una teologia della storia in una visione realistica della vita umana sulla terra: il peccato ci espone alla morte come famiglie e come Chiesa ma, se ci pentiamo, il Signore continua ad usarci misericordia come al tempo dell'esodo, come al tempo dei giudici, come al tempo di Gesù. Non manca la speranza, ma l'aria è cupa e seria: il peccato è preso sul serio a differenza di tante comunità dei nostri giorni! Dio manda giudici e salvatori ma anche il prescelto da Dio cade nel peccato. Anche il carismatico pecca e solo per un momento riesce ad andar in alto in forza del carisma che gli è gratuitamente dato da Iavè.. per cui questi primi salvatori del popolo rimandano al Salvatore Gesù che, non solo occasionalmente, potrà riscattare il suo popolo. Quanta pazienza di Dio! Ogni generazione sperimenta la sua ira e la sua misericordia! Ma il grande insegnamento è che Dio è il Kyrios, il Signore della storia, ieri, oggi, sempre . E' lui che guida la storia della salvezza prima durante e dopo Cristo fino al compimento! Non è la notizia più bella ? E nell'eucaristia, pasto Signoriale, pasto del Kyrios, lo possiamo sperimentare ogni giorno!

Sei comparsa tu o Debora per far da madre a Israele
Famiglie che vedono in primo piano volti di donne e di madri.
Come famiglia di Debora possiamo dire poco: conosciamo solo il nome del marito, Lappidot. Poi di lui il silenzio un po' come per Giuseppe nei vangeli. L'abbiamo ugualmente scelta come famiglia sebbene incompleta ed un po' moderna dove i ruoli sono molto diversificati e spesso la moglie esercita una professione pubblica e maggiormente visibile rispetto al marito.
Il suo ‘compagno' diventa Barak, il generale in capo dell'esercito delle tribù d'Israele. In primissimo piano lei, la moglie, giudice e profetessa d'Israele. Non possiamo parlare della coppia Debora- Lappidot ma nella donna possiamo vedere la sposa e la madre. Profetessa, moglie, giudice, con carismi di intuizione e premonizione, capace di intuire quel che sta per succedere, decisionista, presente sul campo, totalmente convinta di agire in nome di Dio, capace di elevare un potente inno di ringraziamento e di lode, poetessa che ci ha lasciato forse il testo scritto più antico di tutta la Bibbia.
Il ricordo di questa grande donna e sposa è tramandato da un racconto (cap 4) e da una poesia (cap 5).
Debora la troviamo sul campo di battaglia ma non con le armi in pugno ma nel ruolo di interprete, colei che fa discernimento. Il suo carisma è il discernimento non la guerra. Esamina le vertenze giudiziarie della sua gente e indica il momento propizio per attaccare in guerra. Il genio femminile, direbbe il Papa. Accanto a lei si stagliano altre due figure di donne e di madri : Giaele e la madre di Sisara. Misteriosa nel movente la prima e crudele nella violenza. Preoccupata e abituata alla violenza l'altra madre che trepida per il figlio che non vede tornare e che poi si lascia illudere dalle serve che la tranquillizzano con un bottino di guerra dove gli uomini si spartiscono le ragazze, e gli abiti e i gioielli arriveranno anche sul suo collo. Rimane bellissimo quel titolo che Debora stessa sembra attribuirsi di ‘madre di Israele'(Gdc5,7). In questo quadro ripensiamo all'impegno che ci siamo presi come famiglie di portare il nostro essere padri e madri nella comunità. Una maternità spirituale che fa della chiesa famiglia di famiglie! Quante Deborah potrebbero esserci tra noi! Quante famiglie capaci di profezia e di intuire in anticipo le grandi sfide della vita! Ne siamo certi?

Debora, donna di famiglia, capace di profezia
Deborah: da Origene impariamo il significato nascosto del suo nome: ape o linguaggio, una donna figura della profezia, che unisce i dolci favi della dottrina celeste e i dolci mieli della Parola divina. La Parola di Dio infatti è dolce come il miele per questo sta scritto "Come sono dolci le tue parole al mio palato, più del miele e del favo per la mia bocca; i giudizi di Dio sono preziosi più dell'oro, e di pietra preziosissima, è più dolci del miele e del favo" (Sal 118,103; Sal 18,10-11).
Deborah accoglieva la gente in una località tra Rama e Betel, nel territorio collinare di Efraim seduta sotto una palma che poi fu chiamata la palma di Deborah.(Gdc4,5). La profezia è come la sapienza. La sua dimora è in alto perché è nella sfera di Dio. (Pr 1,20-21; 8,1-3; 9,3)
Oggi più che mai alle famiglie è chiesto il dono della profezia e del discernimento, di trasformare le difficoltà in germogli, in opportunità per far camminare la storia della salvezza. Famiglie profetiche che abbozzano con le loro scelte di vita le grandi sfide della fede ed il futuro della Chiesa! Davvero anche violenza e peccato non impediscono a Dio di salvarci. C'è chi si lamenta e c'è chi, con coraggio, sta sul campo, a combattere! Anche per alcune nostre famiglia ci saranno palme col loro nome perché hanno aiutato altre famiglie a guardare avanti con fiducia!

Debora icona delle famiglie cristiane che socialmente sono una minoranza
Ella ha una fede incrollabile nell'aiuto di Dio, un entusiasmo che trascina tutti. Poche donne come lei nella storia d'Israele hanno saputo dare coraggio e impedire la rovina di un popolo. Sono le donne coraggio, le madri della patria, donne capaci di generare alla vita un popolo minacciato di estinzione, affinché la storia della salvezza non si arresti. Debora ci insegna come i cristiani sanno essere minoranza: i novecento (sic!) carri di ferro di Sisara non impauriscono Debora perché sa che possono essere sconfitti (gli ebrei non avevano ferro!), sa che l'essere minoranza spinge a fidarsi totalmente di Colui che chiamiamo Padre e Signore!

La storia e l'allegoria: il senso cristiano della storia e della famiglia
Tu che leggi non fermarti alla storia, scopri il messaggio per il credente: anche oggi la storia della salvezza non si arresta; scopri anche oggi grazie a Debora l'azione di Dio capace di liberare, scopri i suoi interventi nella vita e nella storia della Chiesa anche se a volte occorre che il regno subisca violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Scopri che quando il nuovo Israele, la Chiesa, vive tra fedeltà e infedeltà a Dio e rischia la rovina, una donna di famiglia può salvare la chiesa con l'aiuto di tutti anche degli stranieri che vivono accanto a lei! Scopri che per sopravvivere occorre una dura lotta ad opera delle madri che come Debora sono capaci di profezia e di discernimento! Scopri soprattutto che Dio non si stanca di liberare il suo popolo, che c'è un esodo permanente per il suo popolo oppresso. Egli usa i mezzi più disparati, una donna sapiente, una straniera crudele, una pioggia abbondante che fa straripare i torrenti. Allora puoi guardare con fiducia al futuro.
Lasciati guidare da Origene: Sisara che assaliva il popolo di Dio è vinto per mano di una donna con la potenza del legno! Cristo ci ha vinti dalla morte con la potenza del legno e l'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte. Oggi la famiglia di Giaele e di Debora insieme compongono la Chiesa di Cristo, quelli che da sempre hanno creduto alla promessa e quelli che da pagani sono entrati nel nuovo Israele.

Una famiglia che sa benedire il Signore
Tutto si conclude in benedizione. Così Cristo, così Paolo, così noi!
Signore umilia per me i più forti di me! La nostra battaglia è contro un nemico più forte di noi ma Dio viene in aiuto alla nostra debolezza: tutto posso in colui che mi da la forza. Cristo è più forte di tutti. Impariamo da Debora ad essere una famiglia capace di riconoscere che Dio guida la nostra storia d cui noi siamo semplici e umili strumenti; capaci di credere che il Dio del Sinai continua oggi tra noi nella nostra città nella nostra parrocchia i suoi prodigi; anche le stelle del cielo con le loro orbite combattono con noi (Gdc 5,20) e a Dio basta un torrente impetuoso per rendere inoffensivi novecento carri di ferro! ( 5,21)

Una perla conclusiva (v31)
Così periscano tutti i tuoi amici Signore ma coloro che ti amano siano come il sole quando sorge con tutto lo splendore.
Una profonda umanità di stampo familiare. A questi uomini che sembrano conoscere solo guerra e violenza dice che, se scoprono l'amore di Dio e dei fratelli, essi saranno come il sole che splende in tutta la sua forza ! Magnifico! A quanti ti sono amanti o Dio, che ti amano costantemente, a quanti si scaldano al fuoco del tuo amore,tu doni di essere lampade luminosissime da non metter sotto il moggio ma sopra il lucerniere perché illuminino tuta la casa di Dio!
Anche per ogni famiglia illuminata dalla profezia vale questa parola. Splenderà come il sole a mezzogiorno.

Con Debora e Lappidot riportiamo stasera in famiglia:
1. la certezza che il grande male della famiglia e della chiesa è volgersi agli idoli, omologarsi a culture e stili di vita che di fatto tradiscono il vangelo!


2. che l'essere minoranza non ci spaventa anzi ci fa ritrovare coraggio e iniziativa contro ‘ poteri forti ‘ che da destra e da sinistra cercano di addormentare non Sisara ma i cristiani!

3. che il segreto per vincere è avere donne e famiglie credenti capaci di profezia e di discernimento!

4. che occorre svegliare i ‘comandanti di Israele' e i ‘volontari del popolo', chiedere loro di combattere assieme, pastori e fedeli della Chiesa, ‘chierici' e ‘laici',operai della prima e dell'ultima ora: devono tutti svegliarsi e combattere insieme la buona battaglia della fede.(Gdc5,2.9)

5. che saranno quelli che ritenevamo fuori della Chiesa come Giaele a darci la certezza della vittoria

6. che solo se i ‘clan' di famiglie, (il gruppo delle famiglie che più si conoscono o hanno una spiritualità comune ) si coalizzano insieme sotto lo sguardo della ‘Benedetta fra le Donne' possono vincere. La vera ‘maledizione' per la Chiesa è se gruppi di cristiani di differente provenienza, con differenti carismi e sensibilità, se ne stanno incerti o assenti come la tribù di Ruben e la città di Meroz( 5,13-23) che non hannopreso parte alla guerra sulla pianura ai piedi del Tabor!

7. che anche noi dobbiamo cantare l'inno di Deborah per ringraziare il Signore della sua protezione e della sua immensa misericordia che in questi anni ci ha riservato anche se è giunto il tempo di ‘armare' tutto il popolo di Dio, di svegliare quel gigante addormentato che sono le nostre famiglie stimolando in ogni modo una loro presenza profetica e,dopo essersi fermati a pregare e contemplare sul Tabor, scendere in campo aperto per affrontare,a muso duro, le grandi sfide che la storia e la cultura ci presentano, confidando unicamente nell'aiuto di Dio !


Chiude ancora Origene: Non è il momento di trattare tutti i punti singolarmente: - gli ascoltatori della Chiesa amano la brevità - ( sic!) ci siamo sforzati riguardo ai misteri di cogliere fiorellini qua e là, di recare una qualche consolazione agli ascoltatori e insieme di esercitare noi stessi ed adoperarci per divenire atti a cantare il cantico di Deborah.

Amen!

http://www.santafamiglia.info/archivio/documenti.htm

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