Famiglie del libro dei Giudici
segnate da grande violenza e da grande coraggio profetico: Debora e Lappidot,
Giaele ed Eber ( Gdc 4-5)
Dice
Origene: la sacra Scrittura è un mistero e richiede l'ispirazione della grazia
divina. C'è una sentenza dell'apostolo Paolo che dice che ogni Scrittura
ispirata da Dio è utile per insegnare, per correggere, per formare alla
giustizia. Senza dubbio voi che ora avete ascoltato cercherete di capire cosa
contenga questo passo della scrittura che professiamo ispirato da Dio?
Altrimenti che ci serve leggere quel che è stato proclamato! Comprendiamo che
tutte queste figure (Debora, Barak, Giaele che da sola ha fatto cadere il
nemico del popolo di Dio, Sisara gettato a terra per la potenza del legno.. )
sono misteri che si compiono negli ultimi tempi mediante la Chiesa quando
l'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte. Sarà allora che esulterà
Debora, cioè risplenderà la gloria della profezia, allora Giaele-la Chiesa
riporterà la vittoria sul nemico comune di tutti. Allora, se ne saremo degni,
canteremo anche noi questo cantico denso di mistici e profetici sacramenti. (Origene,
Omelie sui Giudici, passim) Con l'aiuto dello Spirito impariamo anche noi a
leggere da cristiani il primo testamento!
Facciamo un tuffo indietro di tremila anni: una famiglia
allargata
La storia che fa da contesto al nostro racconto, sono gli
anni che seguono alla conquista della terra promessa da parte di Giosuè
(1200-1040 a.C.). Le dodici tribù hanno occupato la terra ma, come ai nostri
giorni, popoli diversi convivono vicinissimi agli ebrei: Amaleciti, Moabiti,
Madianiti, Edomiti e soprattutto i Filistei! L'organizzazione delle famiglie è
di tipo tribale. Prima della famiglia c'è il clan, un gruppo di famiglie al
comando di uno sceicco: è la cellula della tribù e la tribù è membro della
nazione. Clan e tribù sono nei rispettivi territori, più pastori che
agricoltori,rari gli artigiani di professione. La voglia di federalismo tribale
è forte, meno lo spirito unitario di nazione che si rafforza per istinto di
sopravvivenza di fronte a minacce mortali, in genere guerre di nemici potenti ;
per breve tempo i clan familiari rinunciano alla loro autonomia e a capo
mettono un ‘giudice'. All'inizio erano gruppi di famiglie molto povere,avevano
solo greggi, abitavano in tende, armi e strumenti rudimentali. Le città
nemiche, conquistate o non, erano ricche, circondate di mura, dedite ai
commerci . Le tribù si accamparono in poveri villaggi di terra e fango (ma per
una famiglia ebrea tornare a casa si dirà sempre tornare alla propria tenda ed
anche il Verbo di Dio nel prologo di Giovanni porrà la sua tenda tra di noi !)
e di lì avanzavano verso le pianure più ricche. La famiglia imparò a lavorare i
campi e avere grano, orzo, vite, ulivo. Fichi e palme offrivano dolci, ombra e
ristoro. Siamo alle prese dunque con tutti i problemi concreti di una famiglia:
economia, sviluppo, incertezza del futuro, un contesto sociale difficile e
incerto.
Gruppi di famiglie che vivono in un mondo di
ordinaria violenza
Famiglie allargate dunque, segnate da grandi violenze:
guerre (di occupazione o di liberazione?), assassini crudeli, una vita molto
dura. I popoli vicini specie i Filistei devastano i campi delle famiglie degli
agricoltori ebrei e cercano di assoggettarli al proprio dominio. Tra i clan di
famiglie, separatismi, gelosie, spirito di contesa. La religione in un Dio
unico e l'arca dell'alleanza che stava ancora nella Tenda della Convocazione,
sembra non bastino a costruire legami di solidarietà e di pace. Guerre interne ed
esterne. Quando quel pomeriggio del '99 con tutta la parrocchia abbiamo
attraversato la fertile pianura di Izreel e siamo saliti al monte Tabor per
contemplare la trasfigurazione di Gesù, pochi di noi guardando dall'alto il
panorama splendido della valle e del lago, abbiamo pensato a lei, a Deborah che
accanto a Barak salvava Israele e le tribù di Zabulon e di Neftali sconfiggendo
Sisara i suoi uomini in uno scenario di guerra di sterminio,con una crudeltà e
violenza senza pari: diecimila (?) soldati morti e un generale tradito da una
famiglia amica che si trasforma in assassina crudele.
Se pensiamo però a tante
realtà di famiglie del terzo e del quarto mondo, quelle del tempo dei Giudici
le troveremo attuali dopo oltre tremila anni. Anche oggi milioni e milioni di
famiglie sono segnate da tanta violenza in vari continenti specie in Africa con
terribili guerre bibliche anche ai nostri giorni! Pensiamo solo alla guerra
dell'Aids di cui ieri ha parlato il Santo Padre e a tutte le offese alla vita
che ricorderemo domani, festa della Vita!
Storie di famiglie oppresse dentro, dal peccato
Come un ritornello si ripete che il popolo di Israele andò
di nuovo contro la volontà del Signore… dimenticò il suo Dio e cominciò ad
adorare gli idoli. (Gdc 2,1-4; 2,10-15; 2,20-22; 3,7-9; 4,1-2) Dio si adira,
il popolo grida aiuto, Dio manda un liberatore. Anche questo è per noi oggi di
estrema attualità. Alle difficoltà esterne di quei clan familiari si sommavano
dei gravi peccati di omologazione culturale. Sembra già di udire Paolo: non
omologatevi alla mentalità di questo tempo ma trasformatevi rinnovando la
vostra testa.(Rom 12, 1 ss). Il fascino della cultura pagana abbagliò da
subito i nuovi arrivati nella terra di Canaan. Per i “profeti anteriori” questo
è un laccio mortale. Anche oggi per le nostre famiglie cristiane
l'omologazione ad uno stile di vita pagano si sta rivelando mortale: resta la
tradizione religiosa della famiglia ma i pensieri, i progetti, gli stili di
vita, i convincimenti morali, prescindono dalla fede in Gesù! Accanto a questo
i nostri peccati personali, in primo piano la mancanza di unità, che
impediscono a Dio di operare prodigi nella sua Chiesa! Forse ne siamo meno
consapevoli oggi che al tempo dei Giudici!!...
Storie di ‘Famiglie' raccontate e scritte poi al
tempo dell'esilio (500 a.C.) come insegnamento perenne per noi
Spezzoni di una
storia antichissima di oltre 3000 anni, rivisitati 500 anni dopo al tempo
dell'esilio per darci una teologia della storia in una visione realistica della
vita umana sulla terra: il peccato ci espone alla morte come famiglie e come
Chiesa ma, se ci pentiamo, il Signore continua ad usarci misericordia come al
tempo dell'esodo, come al tempo dei giudici, come al tempo di Gesù. Non manca la
speranza, ma l'aria è cupa e seria: il peccato è preso sul serio a differenza
di tante comunità dei nostri giorni! Dio manda giudici e salvatori ma anche il
prescelto da Dio cade nel peccato. Anche il carismatico pecca e solo per un
momento riesce ad andar in alto in forza del carisma che gli è gratuitamente
dato da Iavè.. per cui questi primi salvatori del popolo rimandano al Salvatore
Gesù che, non solo occasionalmente, potrà riscattare il suo popolo. Quanta
pazienza di Dio! Ogni generazione sperimenta la sua ira e la sua misericordia!
Ma il grande insegnamento è che Dio è il Kyrios, il Signore della storia, ieri,
oggi, sempre . E' lui che guida la storia della salvezza prima durante e dopo
Cristo fino al compimento! Non è la notizia più bella ? E nell'eucaristia,
pasto Signoriale, pasto del Kyrios, lo possiamo sperimentare ogni giorno!
Sei comparsa tu o Debora per far da madre a Israele
Famiglie che vedono in primo piano volti di donne e di madri.
Come famiglia di Debora possiamo dire poco: conosciamo solo
il nome del marito, Lappidot. Poi di lui il silenzio un po' come per Giuseppe
nei vangeli. L'abbiamo ugualmente scelta come famiglia sebbene incompleta ed un
po' moderna dove i ruoli sono molto diversificati e spesso la moglie esercita
una professione pubblica e maggiormente visibile rispetto al marito.
Il suo ‘compagno' diventa Barak, il generale in capo
dell'esercito delle tribù d'Israele. In primissimo piano lei, la moglie,
giudice e profetessa d'Israele. Non possiamo parlare della coppia Debora-
Lappidot ma nella donna possiamo vedere la sposa e la madre. Profetessa,
moglie, giudice, con carismi di intuizione e premonizione, capace di intuire
quel che sta per succedere, decisionista, presente sul campo, totalmente
convinta di agire in nome di Dio, capace di elevare un potente inno di
ringraziamento e di lode, poetessa che ci ha lasciato forse il testo scritto
più antico di tutta la Bibbia.
Il ricordo di questa grande donna e sposa è tramandato da un
racconto (cap 4) e da una poesia (cap 5).
Debora la troviamo sul campo di
battaglia ma non con le armi in pugno ma nel ruolo di interprete, colei che fa
discernimento. Il suo carisma è il discernimento non la guerra. Esamina le
vertenze giudiziarie della sua gente e indica il momento propizio per attaccare
in guerra. Il genio femminile, direbbe il Papa. Accanto a lei si stagliano altre
due figure di donne e di madri : Giaele e la madre di Sisara. Misteriosa nel
movente la prima e crudele nella violenza. Preoccupata e abituata alla violenza
l'altra madre che trepida per il figlio che non vede tornare e che poi si
lascia illudere dalle serve che la tranquillizzano con un bottino di guerra
dove gli uomini si spartiscono le ragazze, e gli abiti e i gioielli arriveranno
anche sul suo collo. Rimane bellissimo quel titolo che Debora stessa sembra
attribuirsi di ‘madre di Israele'(Gdc5,7). In questo quadro ripensiamo
all'impegno che ci siamo presi come famiglie di portare il nostro essere padri
e madri nella comunità. Una maternità spirituale che fa della chiesa famiglia
di famiglie! Quante Deborah potrebbero esserci tra noi! Quante famiglie capaci
di profezia e di intuire in anticipo le grandi sfide della vita! Ne siamo
certi?
Debora, donna di famiglia, capace di profezia
Deborah: da Origene impariamo il significato nascosto del
suo nome: ape o linguaggio, una donna figura della profezia, che unisce i
dolci favi della dottrina celeste e i dolci mieli della Parola divina. La
Parola di Dio infatti è dolce come il miele per questo sta scritto "Come sono
dolci le tue parole al mio palato, più del miele e del favo per la mia bocca; i
giudizi di Dio sono preziosi più dell'oro, e di pietra preziosissima, è più
dolci del miele e del favo" (Sal 118,103; Sal 18,10-11).
Deborah accoglieva la gente in una località tra Rama e
Betel, nel territorio collinare di Efraim seduta sotto una palma che poi fu
chiamata la palma di Deborah.(Gdc4,5). La profezia è come la sapienza. La sua
dimora è in alto perché è nella sfera di Dio. (Pr 1,20-21; 8,1-3; 9,3)
Oggi più che mai alle famiglie è chiesto il dono della
profezia e del discernimento, di trasformare le difficoltà in germogli, in
opportunità per far camminare la storia della salvezza. Famiglie profetiche che
abbozzano con le loro scelte di vita le grandi sfide della fede ed il futuro
della Chiesa! Davvero anche violenza e peccato non impediscono a Dio di
salvarci. C'è chi si lamenta e c'è chi, con coraggio, sta sul campo, a combattere! Anche per alcune nostre famiglia ci saranno palme col loro nome
perché hanno aiutato altre famiglie a guardare avanti con fiducia!
Debora icona delle famiglie cristiane che socialmente
sono una minoranza
Ella ha una fede incrollabile nell'aiuto di Dio, un
entusiasmo che trascina tutti. Poche donne come lei nella storia d'Israele
hanno saputo dare coraggio e impedire la rovina di un popolo. Sono le donne
coraggio, le madri della patria, donne capaci di generare alla vita un popolo
minacciato di estinzione, affinché la storia della salvezza non si arresti.
Debora ci insegna come i cristiani sanno essere minoranza: i novecento (sic!)
carri di ferro di Sisara non impauriscono
Debora perché sa che possono essere sconfitti (gli ebrei non avevano ferro!), sa che l'essere minoranza spinge
a fidarsi totalmente di Colui che chiamiamo Padre e Signore!
La storia e l'allegoria: il senso cristiano della
storia e della famiglia
Tu che leggi non fermarti alla storia, scopri il messaggio
per il credente: anche oggi la storia della salvezza non si arresta; scopri
anche oggi grazie a Debora l'azione di Dio capace di liberare, scopri i suoi
interventi nella vita e nella storia della Chiesa anche se a volte occorre che
il regno subisca violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Scopri che quando il nuovo Israele, la Chiesa, vive tra
fedeltà e infedeltà a Dio e rischia la rovina, una donna di famiglia può
salvare la chiesa con l'aiuto di tutti anche degli stranieri che vivono accanto
a lei! Scopri che per sopravvivere occorre una dura lotta ad opera delle madri
che come Debora sono capaci di profezia e di discernimento! Scopri soprattutto
che Dio non si stanca di liberare il suo popolo, che c'è un esodo permanente
per il suo popolo oppresso. Egli usa i mezzi più disparati, una donna sapiente,
una straniera crudele, una pioggia abbondante che fa straripare i torrenti.
Allora puoi guardare con fiducia al futuro.
Lasciati guidare da Origene: Sisara che assaliva il popolo
di Dio è vinto per mano di una donna con la potenza del legno! Cristo ci ha
vinti dalla morte con la potenza del legno e l'ultimo nemico ad essere
annientato sarà la morte. Oggi la famiglia di Giaele e di Debora insieme
compongono la Chiesa di Cristo, quelli che da sempre hanno creduto alla
promessa e quelli che da pagani sono entrati nel nuovo Israele.
Una famiglia che sa benedire il Signore
Tutto si conclude in benedizione. Così Cristo, così Paolo,
così noi!
Signore umilia per me i più forti di me! La nostra battaglia
è contro un nemico più forte di noi ma Dio viene in aiuto alla nostra debolezza: tutto posso in colui che mi da la forza. Cristo è più forte di tutti.
Impariamo da Debora ad essere una famiglia capace di riconoscere che Dio guida
la nostra storia d cui noi siamo semplici e umili strumenti; capaci di credere
che il Dio del Sinai continua oggi tra noi nella nostra città nella nostra
parrocchia i suoi prodigi; anche le stelle del cielo con le loro orbite
combattono con noi (Gdc 5,20) e a Dio basta un torrente impetuoso per rendere
inoffensivi novecento carri di ferro! ( 5,21)
Una perla conclusiva (v31)
Così periscano tutti i tuoi amici Signore ma coloro che ti
amano siano come il sole quando sorge con tutto lo splendore.
Una profonda umanità di stampo familiare. A questi uomini
che sembrano conoscere solo guerra e violenza dice che, se scoprono l'amore di
Dio e dei fratelli, essi saranno come il sole che splende in tutta la sua forza
! Magnifico! A quanti ti sono amanti o Dio, che ti amano costantemente, a
quanti si scaldano al fuoco del tuo amore,tu doni di essere lampade
luminosissime da non metter sotto il moggio ma sopra il lucerniere perché
illuminino tuta la casa di Dio!
Anche per ogni famiglia illuminata dalla profezia vale
questa parola. Splenderà come il sole a mezzogiorno.
Con Debora e Lappidot riportiamo stasera in famiglia:
1. la certezza che il grande male della famiglia e della chiesa è
volgersi agli idoli, omologarsi a culture e stili di vita che di fatto
tradiscono il vangelo!
2. che l'essere minoranza
non ci spaventa anzi ci fa ritrovare coraggio e iniziativa contro ‘ poteri
forti ‘ che da destra e da sinistra cercano di addormentare non Sisara ma i
cristiani!
3. che il segreto per vincere è
avere donne e famiglie credenti capaci di profezia e di discernimento!
4. che occorre svegliare i
‘comandanti di Israele' e i ‘volontari del popolo', chiedere loro di combattere
assieme, pastori e fedeli della Chiesa, ‘chierici' e ‘laici',operai della prima
e dell'ultima ora: devono tutti svegliarsi e combattere insieme la buona
battaglia della fede.(Gdc5,2.9)
5. che saranno quelli che
ritenevamo fuori della Chiesa come Giaele a darci la certezza della vittoria
6. che solo se i ‘clan' di
famiglie, (il gruppo delle famiglie che più si conoscono o hanno una
spiritualità comune ) si coalizzano insieme sotto lo sguardo della ‘Benedetta
fra le Donne' possono vincere. La vera ‘maledizione' per la Chiesa è se gruppi
di cristiani di differente provenienza, con differenti carismi e sensibilità,
se ne stanno incerti o assenti come la tribù di Ruben e la città di Meroz(
5,13-23) che non hannopreso parte alla guerra sulla pianura ai piedi del Tabor!
7. che anche noi dobbiamo cantare
l'inno di Deborah per ringraziare il Signore della sua protezione e della sua
immensa misericordia che in questi anni ci ha riservato anche se è giunto il
tempo di ‘armare' tutto il popolo di Dio, di svegliare quel gigante
addormentato che sono le nostre famiglie stimolando in ogni modo una loro
presenza profetica e,dopo essersi fermati a pregare e contemplare sul Tabor,
scendere in campo aperto per affrontare,a muso duro, le grandi sfide che la storia
e la cultura ci presentano, confidando unicamente nell'aiuto di Dio !
Chiude ancora Origene: Non è il momento di trattare tutti i
punti singolarmente: - gli ascoltatori della Chiesa amano la brevità - ( sic!)
ci siamo sforzati riguardo ai misteri di cogliere fiorellini qua e là, di
recare una qualche consolazione agli ascoltatori e insieme di esercitare noi
stessi ed adoperarci per divenire atti a cantare il cantico di Deborah.
Amen!
http://www.santafamiglia.info/archivio/documenti.htm
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