domenica 21 febbraio 2010

Brevi introduzioni ai Canti

Abbà Padre: Nessuno conosce il Padre, se non il Figlio. Se in Gesù Cristo, fratelli, siamo rinati dall’alto; se lo Spirito di Gesù Cristo, Figlio del Padre, vive in noi, cantiamo a Dio nostro Padre.

Verso te, o Città Santa: La Chiesa, Popolo di Dio, canta, nel suo peregrinare verso il Padre, la sua fede e la sua speranza

Magnificat: L’attesa anelante di tutta l’umanità, è stata riassunta in questa donna meravigliosa. Ella fu ascoltata e conobbe l’altissimo; dunque esulta di gioia e canta una benedizione che oggi, adesso, facciamo nostra, compiendo la sua profezia di chiamarla beata.

Yahvè, tu sei il mio Dio: Benediciamo Jahvé con la chitarra a sei corde, perché viene a distruggere la morte, a consolare la nostra tristezza. Già viene il resto, già si sentono i poveri.Usciamo dal nostro egoismo per accoglierete Dio che viene.

Ecco qui, io vengo presto: E’ Cristo stesso colui che risponde nell’Apocalisse alle nostre suppliche per la sua definitiva venuta. Lui ha messo le sue parole nella nostra bocca: "Cantiamo pieni di gioia a colui viene..."

La marcia è dura…: Uniti nello spirito agli oppressi di questo mondo, in questa ora difficile,cantiamo la loro salvezza e quella di tutti noi che camminiamo per questo deserto verso la terra promessa.

Vieni in cerca del tuo servo: Giunga fino a te il mio gemito, le mie labbra intonano un canto: ascolta la mia voce, Anima mia Gesù!

Canterò a Yahvè: Nel combattimento giornaliero contro gli spiriti del male di questo mondo, chiamiamo in nostro soccorso Dio, che è amore e salvezza, affinché ci mostri il suo volto e ci salvi dalla morte.

Salmo 51 : Fratelli, diamo Gloria a Dio; anatematizzando il peccato nel nostro cuore, riconosciamoci peccatori e chiedendo a Dio: "Misericordia, abbi pietà di me, misericordia".

Amen amen amen: "Sono quelli che vengono dalla gran tribolazione".San Giovanni nella sua Apocalisse vede noi nell’atto di entrare nel Santuario del Padre vestendo tuniche bianche e agitando rami di palma con le mani. Entriamo oggi, adesso, nel Santuario celeste e cantiamo con gli angeli e i santi: Amén. Amén. Amén.

Lo Spirito del Signore è sopra di me: Cristo [, la testa,] applica su di sé la profezia di Isaia; oggi, noi, corpo suo unto dal suo proprio spirito, cantiamo la salvezza degli oppressi.

Inno alla Carità: Cantiamo i segni dell’AMORE del nostro Padre indirizzati a noi, pienezza di Cristo in noi.

Grazie a Yahvè: Eretz zavat chalav, chalav u-d'vash significa "la terra dalla quale sgorgano latte e miele"

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