domenica 21 febbraio 2010

Missione della Chiesa + Senso della Vita

Traccia per la catechesi ai fidanzati
sulla missione della Chiesa, sul senso della vita e sul Kerygma (4ª Sera)

Spunto rispettivamente dalle pagine 66-68, 95-96 (da “tutte le filosofie” in poi) e 108 (midrash del tesoro sotto la cucina di casa), 109à
Poi pagina 138 da “Voi sapete che nelle Scritture la CROCE è chiamata Scandalo, Follia, Stoltezza…” (raccontare brevemente di Barabba…)
Pagine 140-142 da “Ma ecco che succede un fenomeno inaspettato…” fino a “Gesù Cristo E’ MORTO PER I NOSTRI PECCATI E DIO L’HA RISUSCITATO PER LA NOSTRA GIUSTIFICAZIONE (cfr. Rm 4,25)”
Pagina 145 “Dio conosce i vostri adultèri, le vostre fornicazioni, non si scandalizza di voi. Egli è l’unico che vi ama, che vi perdona, che non ha bisogno dei vostri sforzi.”

Sale Luce e Lievito … per chi?
Per il mondo. Che non sa più perché vive. Più, noi esseri umani, sappiamo, più studiamo, più ci evolviamo e più non troviamo risposta alla domanda fondamentale (mon equation differéntial): chi sono io, e perché vivo? Perché vivo questa vita senza che nessuno me ne abbia chiesto il permesso?
Il mondo vive senza pensare e invece stasera la Chiesa ci chiama a farlo: perché se io mi sento di vivere pienamente, con gioia, completamente soddisfatto, gratificato… perché mi ritrovo insoddisfatto, limitato, deluso?

Noi siamo qui, fratelli, ascoltate, ad annunciarvi Gesù Cristo.
Non siamo teologi, né vogliamo darvi cultura biblica: annunciamo La Buona Notizia, un fatto realmente accaduto, una cosa che è capace di cambiarti la vita.
Non parliamo di religioni, di filosofie, di moralismi o che so altro.
Il Cristianesimo è fondamentalmente una buona notizia, è un avvenimento; è quella notizia che ogni uomo sta aspettando per vivere la sua stessa esistenza.

Noi non saremmo qui, e nemmeno la Chiesa sarebbe qui se fosse inutile annunciarvi che l’uomo è accerchiato, che l’uomo vive con la costante paura della morte.
Ma soprattutto, più che della morte corporale – che è già tanta di suo – l’uomo ha paura della morte del suo essere: di quella morte che, a 20 anni, ti fa morire dentro anche se camperai fino a 100.

La legge naturale, quella dell’istinto, quella della natura umana, quella del bene e del male, quella che sai già senza che nessuno te la venga a spiegare, ti dice che l’uomo, e te per primo, sei uomo, cioè esisti, quando AMI.
Ma l’uomo fa ogni giorno esperienza di morte.
L’uomo è disorientato, azzerato: vuole amare, ma non ci riesce.
O meglio: si può amare solo chi ci fa del bene, chi ci serve, solo chi corrisponde ai nostri schemi… in definitiva tu ami solo te stesso.
Quindi non si realizza come essere umano completo, e mentre il tempo passa la morte si avvicina!

Allora corre dietro a mille idoli, cercando inutilmente di colmare il vuoto della sua vita con cose che non ti possono appagare: il lavoro, i soldi, i viaggi, il sesso, la cultura…

Nel fondo ogni uomo è un moralista di prima natura: crediamo fermamente che il bene è nelle nostre mani, è alla nostra portata; e che una vita fatta di sacrifici debba ovviamente essere premiata con tanto bene da ricevere.
Per questo esatto motivo, quando vedi un povero che chiede l’elemosina ti viene voglia di dirgli “ma vai un po’ a lavorare!”… e magari anche “sapessi io come me li sudo ‘sti quattro soldi!”
E se ti scandalizzi di lui è perché sei invidioso di chiunque possieda più di te.
E questo povero ti fa un servizio enorme. Ti dimostra che è facile amare le vittime dello Tsunami, ma quel disgraziato del tuo vicino di casa o quello che t’ha rubato il posto di lavoro lo vorresti infilzare con 1000 spade, perché è un criminale e se lo merita!
Allora che succede? una cosa che tu sai perfettamente: tu VUOI fare il bene, ma – in realtà – è il male che esce.
Cioè senti dentro di te il desiderio profondo di amare chi ti sta vicino, ma non ci riesci.
Fratello mio, ogni uomo è così!
L’uomo NON può fare il bene perché si è separato da Dio, se n’è allontanato, vive come se Dio non ci fosse; ha peccato ed è rimasto schiavo del demonio.
I nostri padri nella fede questa cosa la sapevano e l’hanno scritta, (il Genesi) solo quando hanno fatto l’esperienza che ogni momento era propizio a Dio per intervenire, per agire concretamente nella vita di ciascun uomo, cambiandone il cuore.
Ecco il senso del racconto di Adamo ed Eva e della Creazione! L’uomo separato da Dio fa una vita senza senso.
Cercando allora di essere amati diveniamo schiavi del male, idolatri, adulteri…
Vogliamo fuggire da tutto ciò che ci uccide, ma tutto ci fa morire perché niente al mondo è conforme al nostro progetto di vita.
Figuriamoci che ruolo e che sostanza possano allora avere argomenti come “dolore” e “morte”: sono cose prive di senso, assomigliano a quella cosiddetta morte dell’essere, proprio perché l’uomo non ha più Dio.
L’uomo, che ha conosciuto la morte come paga, salario del suo peccato; e che non riesce a colmare la sua vita con niente per cui si getta ai piedi di mille idoli; è accerchiato dalla morte: NON può amare l’altro perché l’altro è come lui: pieno di difetti che lo uccidono a sua volta.
Qui si capisce bene che non serve a nulla il moralismo, a chi servono i buoni consigli, la filosofia, la lotta sociale, l’etica…?
A nessuno, a nes-su-no!
E Specialmente non serve a te quando sei malvagio e peccatore.
Quando hai fatto quel peccato così tanto grave (…che tua madre e tuo padre avrebbero pure potuto denunciarti alla polizia e disconoscerti) che ne pensavi di quelli che “te l’avevo detto io…” oppure “eh, questa volta proprio hai passato il limite!” e giù altri mille consigli e altrettanta morale…
Quando hai commesso quell’omicidio cosa desideravi: un cicchetto e una pacca sulle spalle, la condanna a morte oppure essere capito, ascoltato, perdonato… AMATO?

Ecco chi è Gesù Cristo, ecco qual è La Buona Notizia!
Gesù Cristo ha vinto il tuo peccato e la tua morte con la sua morte e risurrezione.
Se Cristo è morto in croce per me quando disprezzavo mia moglie e la volevo smontare in mille pezzi per ricostruirla a modo mio (con la metà dei pezzi, ma non nel senso che intendete voi, intendo come nel film “Boxing Helena”!), se Cristo è morto in croce per i miei peccati, Dio ha amato questo amore fatto a forma di CROCE e l’ha risuscitato.
Fatto a Croce significa disprezzato, deriso, condannato e ucciso ingiustamente.
E se Cristo fosse soltanto morto in croce, giudicato dal tribunale e dalla legge, saremmo allora tutti assassini. Ma Dio lo ha risuscitato, ha “sottratto il corpo del reato” è io e te siamo innocenti per non aver commesso alcun reato.

Dio, a questo uomo, a questo Amore (indicando Gesù Cristo) l’ha fatto “Signore” della mia morte, della tua morte. E lo Spirito di Cristo viene e si posa su quanti desiderano accoglierlo e gli permette di fare la stessa esperienza che ha fatto Lui: la risurrezione, che nella morte Dio non ti abbandona.

Perché Dio conosce i vostri adultèri, le vostre fornicazioni, non si scandalizza di voi. Egli è l’unico che ti ama, che ti perdona, che non ha bisogno dei nostri “santissimi” sforzi.
Fratello mio Cristo, che se glie lo permetti entrerà nel tuo matrimonio facendosi garante per tutti e due, si lascia uccidere dal tuo peccato, dal tuo egoismo, dalle tue manie di perfezione…
Quando ti sentirai morire, morire dentro, Lui soffrirà con te; ma quando sarà il momento di morire morirà solo Lui e tu no!
E io ti chiedo: ma chi mai ti ha rispettato fino al punto di farti fare cose profondamente cattive e ingiuste? NESSUNO.
Chi ti ha amato in un modo così grande riconoscendoti il diritto di sbagliare?
Forse i tuoi genitori?
Forse tua moglie lo farà?O forse i tuoi figli?Se tu hai una crisi, solo Dio ti permette di ingannarti e ti lascerà fare come tu vuoi.
Tra gli uomini le cose vanno in maniera un pochino diversa, non è vero?
“M’hai fatto male? Adesso t’aggiusto io, brutta bestia. Tanto la mi’mamma me l’aveva detto…”

E invece questa sera Dio ha permesso che a noi sia proclamata questa parola di vita: Gesù Cristo è morto per i nostri peccati e Dio l’ha risuscitato per la nostra giustificazione (Rm 4,25).

Gesù Cristo, lo sapete bene, si è lasciato uccidere come una pecora, non ha resistito al male, all’egoismo dei sapienti, alla politica dei Romani. Non ha opposto la minima resistenza.
Immaginate ora di essere spettatori di questa condanna ingiusta, profondamente falsa e ignobile.
Cosa dicono tutte le persone che vedono quest’uomo che si lascia travolgere così: è un idiota, è una pecora. Non si fa così: l’uomo non può accettare di farsi trattare così, deve lottare giustamente e anche con i pugni, se serve.
Questo è ASSURDO. E quel giorno, davanti a Pilato, la folla gridò “crocifiggilo”, come dopo dirà Pietro negli Atti degli Apostoli: “Avete ucciso l’autore della vita e avete chiesto la grazia per un assassino”, per Barabba.
Voi potete pensare che questa storia non c’entri niente con la nostra vita, ma voglio farvi un esempio concreto.
Immaginate che un uomo torna dal lavoro stanco e trova la casa sporca, non c’è niente da mangiare, la moglie magari neanche c’è, è via con le amiche o da sua madre o chissà dove…
Oppure un’altra donna, che se ne sta sempre sola a casa perché il marito lavora tutto il giorno e anche la notte e quando torna si lava e se ne esce…
Ecco questa donna ha già capito tutto: suo marito non la ama.
Lui è un egoista, un ingiusto, una bestia che sarebbe meglio vivesse da solo; e lei ha proprio ragione di protestare. E ci mancherebbe proprio che una volta il maritino tornasse a casa con le voglie e allungasse le mani, facesse il “sensibile”…
Chiunque tra di noi saprebbe perfettamente cosa quella donna dovrebbe fare, o mi sbaglio?
E lo stesso dovrebbe fare quel marito del primo esempio: tu mi trascuri? E io ti ripago con la stessa moneta!
Questa è violenza che attira violenza.
Ma guardate che questo comportamento si chiama “giustizia”.
Non c’è niente di illegale nel portare in tribunale il marito violento o la moglie che lascia il tetto coniugale.

Ma se quest’uomo o questa donna sono cristiani, se hanno scelto Gesù Cristo, il loro agire è ben diverso, perché agirebbero come Gesù, lasciandosi uccidere dal peccato dell’altro.
Fratelli, noi crediamo di essere cristiani, ma la realtà è che viviamo negando Cristo. La nostra società, ad ogni istante, ci dice che se ti trattano ingiustamente ti devi difendere. Tutto è basato su una lotta di classe: gli operai contro il padrone, i poveri contro i ricchi ecc.
E la Croce di Cristo è uno scandalo.
Nessuno può resistere alla violenza e all’ingiustizia.
Ma qui, sulla croce, si fermano tutte le violenze del mondo.
Però non si può prendere su di sé il peccato dell’altro; non è umanamente possibile.
Ma i Cristiani sono destinati ad essere portatori dello stesso spirito di Cristo: se tu credi a questa parola, se credi che questa sia la verità, potrete ricevere il Suo Spirito, gratuitamente.
Amerai chi ti sta vicino senza sforzo.

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