domenica 21 febbraio 2010

Padre Nostro, 3° petizione, 1° sera

Schema per la catechesi

“il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15)
Tutta la Sacra Scrittura testimonia che il Popolo eletto ha avuto coscienza che il suo Dio intendeva realizzare quel piano di salvezza da sempre progettato.
Nel corso dei secoli, però, Israele ha affinato questo concetto un po’ astratto: dal teorizzare un nuovo mondo bello, perfetto, utopico (tipo quello in cui il lupo dimorerà con l’agnello…), un vero e proprio paradiso terrestre, passa al desiderare la felicità del Regno di Dio, che consiste nel vedere ossia nell’entrare in comunione con il Volto di Dio, cioè nel sapere che il Signore non permetterà che i suoi servi sperimentino la morte. Successivamente, da questo pensiero, si maturerà una primordiale idea di vita eterna, di vita oltre questa vita, fino a credere nella risurrezione dai morti (rif. la sorella di Lazzaro).
Si passa dunque, attraverso molti secoli, attraverso molte sperimentazioni dell’amore gratuito di Dio, dal cercare il Regno di Dio su questa terra alla “beata speranza”, cioè alla fede sulla promessa di Dio.
Certamente solo dal “tronco di Jesse”, come profetizza Isaia, potrà scaturire quel “germoglio” che darà ad Israele la nuova vita e l’accesso al Regno; ma tutto ciò non sarà un proclama politico come lo credevano gli Zeloti, i Farisei o i Sadducei. E nemmeno come se lo poteva immaginare Giuda Iscariota.

Affinché il Regno venga Giovanni Battista indica l’importanza del momento presente come tempo di conversione: “Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino! Fate dunque frutti degni di conversione” e riconoscendo in molti di quelli che lo seguivano solo falsità e ipocrisia li apostrofava e li accusava direttamente, perché davanti all’imminenza del Regno di Dio è inutile qualunque giustificazione: solo la conversione – il riconoscimento del proprio peccato e l’accettazione del perdono di Dio – apre le porte del Regno.

Il Regno di Dio si fa presente in Gesù. Giovanni Battista, citando Isaia, dice di preparare la via del Signore, ci invita alla conversione e al battesimo di purificazione, affinché possiamo evitare “l’ira imminente”, il giudizio che – sicuramente – arriva perché il Regno è imminente.

Anche Gesù Cristo, come sappiamo, si è fatto battezzare da Giovanni.
Cristo si è fatto peccato per noi, e quando entra nell’acqua del Giordano riapre per noi i cieli che erano rimasti chiusi dal nostro peccato.
Quando Cristo, il Figlio, esce dall’acqua è il Padre che si mostra sulla terra e lo Spirito che lo consacra: il Regno di Dio è veramente giunto sulla Terra.
A questo punto rimane solo da sconfiggere il cosiddetto principe del mondo, il mentitore, l’assassino fin dal principio; e Gesù andrà nel deserto a dargli battaglia.
Uscito vittorioso, comincerà a predicare ovunque: con prodigi, miracoli, segni e profezie Cristo ha voluto compiere la volontà del Padre ed ha inaugurato in terra il Regno dei cieli (dalla LG 3).
Episodio cardine di questa sua speciale missione sarà la proclamazione solenne nella Sinagoga di Nazareth, come la riferisce Lc 4, 16-21:
14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».

Nella sua persona, nelle sue opere e nelle sue parole il Regno di Dio è già giunto a noi.
Il mio regno, dice Gesù, non è di questo mondo; è il “Regno dei Cieli”, ma è al contempo “dentro di voi ed in mezzo a voi”.
Il Regno di Dio non è uno spazio o un dominio temporale: è un evento, è Gesù Cristo !
E’ un tempo presente che richiede conversione e non un semplice futuro da attendere con speranza !
Gesù presenza di Dio e del suo Regno esige immediata accettazione (“Tu vieni e seguimi” dirà in più occasioni a molti uomini), e anche la vigilanza nella fede fintanto che si attende la piena e definitiva manifestazione del Regno.
La speranza cristiana si fonda su questo: Dio ci ha chiamato ad avere parte al suo regno, alla sua gloria, ed ha già reso presente quanto è potente questo regno risuscitando Cristo dai morti.
Il cristiano si trova proprio qui: tra il già ed il non ancora.
Tra il già del Regno, che è venuto a noi in Gesù Cristo, e il non ancora del Regno che dovrà giungere a pienezza: il cristiano grida “Maranà tha” (vieni Signore) cioè “Venga il tuo Regno”

E in quale modo abbiamo visto manifestarsi la gloria di Dio Padre ?
Nella croce.
E’ dall’umiliazione estrema che ha subìto Cristo che si è aperto l’accesso al Regno di Dio per ogni uomo che smette di credere che debba compiere lui chissà quale sforzo sovrumano per conquistare quell’immensa grazia promessa dai profeti, e che invece accoglie come dono l’adozione a figlio per mezzo della morte e risurrezione di Cristo.
Ma per chi sono le “beatitudini” del Vangelo di Matteo? Per i super-uomini? Per i semi-dèi?
Non mi sembra proprio!
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Fratello, Sorella: svegliati ! C’è più gioia in cielo per un peccatore che si converte che per 99 giusti !
Gesù, dicevamo prima, ha chiamato l’umanità ad entrare nel suo regno attraverso insegnamenti, miracoli, prodigi e segni; e ancora oggi concede a te e a me una vita rinnovata, disseminata di tanti altari della presenza di Dio.
Gesù Cristo, commosso dalle tante sofferenze che incontra non lesina mai un intervento e addirittura si lascia anche solo sfiorare il lembo della veste, sanando uomini e donne da ogni infermità.
Ogni sua guarigione “carnale” ne annunciava un’altra più radicale: un’ennesima vittoria sul peccato e sulla morte.
Sulla croce Cristo ha preso su di sé tutto il peso del male e ha tolto il peccato dal mondo, di cui la malattia non è che una conseguenza..
E’ forse proprio così che Cristo scandalizzava in quel tempo i Giudei ed oggi noi bigotti: non solo annunciava il perdono dei peccati, ma addirittura lo concedeva anche al peggior peccatore.
Sei tu, oggi, disposto a perdonare?
Sei oggi tu disposto a prendere il peccato dell’altro su di te?
O sei peggio del Giudice Supremo?
Peccato! Non ci sarà nessun “Cristo” per questa generazione.

E l’umanità che attende non avrà nessuno che gli annuncia la Buona Novella.

Nessun commento:

Posta un commento